Come ogni anno, ecco l’appuntamento fisso con la guida ai trend della ristorazione 2023 per far decollare il proprio locale.
E, nel 2023, la chiave sembra urlare “less is more”, oppure “from nose to tail” o ancora “zero waste”. Insomma, te lo dico in inglese perché fa più figo, ma in parole povere nel 2023 si prospetta la tendenza a ricorrere a cibo umile e trascurato come tagli di carne alternativi o parti della verdura che siamo soliti gettare.
Ma vediamo, punto per punto, i trend che segneranno il settore della ristorazione per il prossimo anno.
Club Privati

Dopo il covid, si sa, le persone vogliono di nuovo passare il tempo insieme. Ma non con chiunque: spopolano infatti i club privati e i ristoranti “pubblici” solo di facciata.
Le persone che li frequentano non hanno in comune background, hobby, o fede calcistica. Piuttosto si tratta di persone che condividono un buon potenziale transazionale.
Infatti, partecipare a questi eventi può arrivare a costare anche 500,000€, per non parlare della rata mensile su food & beverage.
Diamoci una mano

Gli anni appena trascorsi sono stati molto duri per la ristorazione, va bene.
Ormai è da un po’ che sento questa cantilena e, sebbene non sia stata utile a risollevare il mercato, sembra esserlo stata a instillare un senso di cameratismo nel settore.
Fortuna che lamentarsi a qualcosa è servito…
Infatti, sempre più frequentemente Cuochi e Ristoratori veterani mettono a disposizione i loro spazi per installare pop-up di Cuochi emergenti.
People first

Con il lock-down causato dalla pandemia, anche lo staff del settore ristorativo ha ripensato il proprio ideale di qualità di vita, per fortuna.
Infatti, io te lo ripeto ormai da un po’ di tempo che murarti vivo nel tuo locale non farà decollare la tua attività, anzi.
Cuochi, Camerieri e Imprenditori non sono più disposti a lavorare ai ritmi pre-pandemici.
Infatti, c’è già chi infatti ha già introdotto la settimana lavorativa di 4 giorni.
Un tavolo per uno

Negli anni della forte attenzione alla cura di sé stessi, il solo dining sta crescendo vertiginosamente. Sono sempre di più i clienti che desiderano pranzare o cenare da soli, magari in compagnia di un buon libro o di una rivista impegnata.
Infatti, TikTok, con gli hashtag SoloDate e DiningAlone, ha guadagnato più di 150k visualizzazioni.
Posso affermare che, dopo i club privati, sto già cercando i locali che prediligono il solo dining vicino a casa mia.
Ma vuoi mettere la libertà di andare al ristorante da solo con un tavolo tutto per sé senza quella sedia triste e vuota davanti e lo sguardo di tutti gli altri commensali che ti compatiscono?
Tech2connect

Chiamare per prenotare al ristorante è sempre più demodé: ormai ci sono le app!
Come si evince dal punto 4, sono un tipo socievole ma con moderazione…
Per cui, pollice in sù per le app di prenotazione: non devi alzare la cornetta, non devi stare in attesa, non devi urlare per farti sentire dal cameriere che, mentre ti riserva il tavolo, prende le comande dei clienti.
Anche i QR code sono venuti per restare: utili per accedere ai menù online e per pagare il conto in modo semplice e veloce. I processi devono snelli e veloci, le persone hanno sempre meno tempo e converrai con me che il tempo trascorso in fila alla cassa per pagare, non te lo ridà indietro nessuno.
Co-branding

Cavalcando l’onda del cameratismo, un modo innovativo per contrastare la crisi sembra essere il co-branding, ovvero, la collaborazione tra due realtà ristorative.
Questo tipo di sinergia e la doppia insegna induce i clienti a spendere di più. Per non parlare del fatto che questo nuovo format permette di coprire più fasce orarie e fare più turni.
Io stesso, poco tempo fa, ho curato un progetto di co-branding per L’Oca Ciuca e Tonno Subito, un ristorante che sorge al centro di Vigevano.
Il locale non nasce con una doppia identità ma, per cause di forza maggiore, è stato costretto a far confluire i due brand in un unico luogo.
Il primo brand ha un’offerta quasi verticale su piatti a base di oca, il pezzo forte del secondo, invece, sono gli hamburger di pesce.
Per fartela breve, attraverso un banale gioco dell’oca rivisitato e una strategia mirata di Revenue, siamo stati in grado di creare una sorta di continuità tra i due brand che assicura la copertura omogenea di tutte le fasce di servizio.
Coltivare il futuro

Il focus sulla sostenibilità non ha precedenti in questo momento. Infatti, anche noi di RistoBusiness, abbiamo deciso di fare il nostro inaugurando un nuovo progetto che ha l’obiettivo di sensibilizzare il mondo della ristorazione su questi temi, attraverso supporto e formazione: si chiama Restaurant for Future.
I sistemi e le tecnologie agricole consapevoli, tra cui l’agricoltura rigenerativa, l’agricoltura verticale e il miglioramento genetico delle piante, stanno prendendo d’assalto il settore. Questo ha un grande impatto anche sul consumatore che ha rinnovato il proprio interesse per le fonti alimentari.
I consumatori vogliono sapere da dove proviene il loro cibo: Il 69% preferisce consumare prodotti che menzionino i vantaggi del loro metodo di approvvigionamento/allevamento.
Il benessere dei lavoratori è altrettanto importante. Infatti, il 65% degli intervistati concorda che preferirebbe acquistare frutta e agricoltura dai coltivatori diretti.
Il Plant-based food appassisce

I consumatori hanno perso l’entusiasmo per il cibo a base vegetale.
Le vendite al supermercato sono diminuite del 10% e lo dimostra anche il mercato azionario di oltre la carne che è crollato da 108 milioni a 12.
Il motivo della perdita d’interesse è semplice: le etichette degli ingredienti, sempre più complicate, suggeriscono che questi alimenti sono super ultra elaborati.
I consumatori hanno sempre più dubbi rispetto ai benefici che questi prodotti apporterebbero alla salute e all’ambiente.
Come dicevo all’inizio, la chiave è “less is more”. Infatti, piuttosto che il plant-based, le persone sembrano imboccare la strada dei cibi grezzi, poco elaborati.
Per cui: carne di buona qualità sì, carne sintetica no.
Conclusione
La sostenibilità è la forza propulsiva delle tendenze di questo 2023. Gli imprenditori della ristorazione si fanno sempre più uniti di fronte alle minacce dettate dalla recente pandemia, dai rincari energetici e delle materie prime.
Per non parlare della rivalutazione della propria qualità di vita: dopo il lockdown, gli Imprenditori della ristorazione, non sono più disposti a consumarsi dentro al loro locale. Sono più intenzionati a coltivare il loro tempo libero e a ripensare l’ideale di equilibrio vita-lavoro.
La tecnologia si sta facendo sempre più spazio nel settore della ristorazione e sembra dare già i suoi primi frutti: un servizio più efficiente e la possibilità di raccogliere dati utili per migliorare le performance.
Questo 2023 sembra mettere alla prova i ristoratori. Tocca confidare nel futuro e nelle opportunità che riserva.
Come? Adattandosi ed evolvendosi insieme all’ambiente.
E si sa, certe volte evolversi significa distruggere per ricostruire. Tocca armarsi di un bel martello e fare piazza pulita, disfarsi delle fragili fondamenta che mantenevano in un precario equilibrio la tua attività.
Preparati a sporcarti le mani con la calcina e a costruire, mattone dopo mattone, il locale di successo, a prova di terremoto, tsunami, uragano.
Il 21 e 22 marzo partecipa all’evento RistoBusiness Summit: due giornate di formazione in cui rivoluzioneremo il settore della ristorazione attraverso una vera e propria terapia d’urto.
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Facciamo i numeri.
Emiliano