Di cosa parliamo quando parliamo di digitalizzazione nella ristorazione

Quando parliamo di digitalizzazione parliamo di un fenomeno che può rappresentare davvero uno dei più grandi alleati per l'Imprenditore della ristorazione. Scopri perché.

Condividi su

Quando dietro un singolo termine c’è praticamente un mondo, è segno che siamo alle porte di un grande cambiamento

Che non è cominciato oggi. E nemmeno ieri.

Il trend della digitalizzazione parte da lontano, probabilmente quando ancora nessuno di noi girava con il suo preziosissimo cellulare sempre in tasca.

In realtà oggi, ancora di più dopo questi due anni di pandemia che hanno messo in seria difficoltà tutte le Pmi del mondo, c’è davvero bisogno di qualcosa che possa spingere sull’acceleratore della ripresa economica.

E questo qualcosa sarà la digitalizzazione. Anche e soprattutto nella ristorazione.

Allora se cambiamento deve essere, cambiamento sia. E non c’è resistenza che tenga: gli “imprenditori fossili” e i talebani del mondo libero dalla tecnologia non hanno più ragione di esistere.

Il digitale si è rivelato un grande alleato durante la pandemia. In pochi mesi il settore ha fatto incredibili passi in avanti nella trasformazione tecnologica.

Molti ristoranti hanno attivato piattaforme di prenotazione a domicilio, altri si sono affidati alla lettura del QR Code, menù digitali o altre soluzioni innovative.

Chi non si accorge di questo, il prosciutto non ce l’ha solo nel menù alla voce antipasti, ma ce l’ha anche bello posizionato all’altezza degli occhi.

Insistere a negare l’evidenza porterà prima al bagno di sangue economico la tua azienda, poi alla sua naturale estinzione.

L’INDUSTRIA 4.0

Industria 4.0? Sì! Per chi è rimasto fermo al 2.0 di qualunque cosa, Web 2.0, economia 2.0, pappardelle al cinghiale 2.0, consiglio caldamente di aggiornarsi.

Intanto, prendiamola larga. Ogni grande cambiamento nell’organizzazione della società umana, parte sempre da una rivoluzione concettuale.

Industria 4.0 deve il suo nome all’odierna attualizzazione di una quarta rivoluzione industriale: quella che coinvolge e coinvolgerà ogni settore produttivo, compresa la ristorazione.

Cavallo di battaglia di questa nuova industrializzazione è la volontà di inserire alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business, aumentare la produttività degli impianti e migliorare la qualità dei prodotti.

Ti dice niente la robotizzazione delle cucine? La data economy? Il ruolo di app o di piattaforme online nella gestione di un’impresa? E se ti parlo di software gestionali, mi segui?

Dovresti. Perché tutto questo è il presente e il futuro della ristorazione.

PANDEMIA PORTAMI VIA…

Intanto vorrei ricordarti, ancora una volta, cosa non è la digitalizzazione. O almeno, da cosa non dipende.

La digitalizzazione non dipende dalla pandemia.

In realtà, numerose ricerche di mercato riportano quanto l’emergenza sanitaria in corso abbia accelerato un cambiamento già in atto.

Come ti dico spesso, le grandi crisi economiche hanno le caratteristiche di velocizzare quei processi inevitabili, che sono già in piena corsa e che si sarebbero concretizzati comunque.

Ad esempio, il ristoratore che già se la passava molto male, che aveva un modello di business fatto “ad minchiam”, con la pandemia probabilmente farà i salti mortali per non chiudere. Ammesso che ci riesca.

L’Imprenditore avveduto, invece, avrà lavorato per avere le spalle coperte nonostante ogni imprevisto. E saprà cogliere le opportunità che gli si presentano davanti.

Ma è facile accorgersi del nuovo approccio strategico delle Pmi italiane: c’è chi ha pensato a nuovi servizi e prodotti, chi si è lanciato su ambiti inesplorati o ancora chi ha fatto il suo debutto online.

Tutto questo con la digitalizzazione a fare da costante, ingrediente irrinunciabile di tutte queste nuove mosse imprenditoriali.

E logica conseguenza di un mondo in via di trasformazione ben prima dell’avvento della crisi sanitaria da Covid-19.

“HOMO DIGITALIS”

La trasformazione in corso del tessuto sociale ed economico impone una revisione delle strategie di azione alle quali fanno ricorso le aziende ristorative.

A partire dal modo in cui è organizzata l’offerta, che deve essere costruita da Imprenditore: e cioè assolutamente non trascurando le caratteristiche peculiari del mercato.

Conosci il tuo cliente: come ti dico sempre non devi fissarti su un solo “cliente tipo”, semplicemente perché non può mai convenirti. Però devi conoscere gusti, mentalità e modo di comunicare della clientela.

Il prossimo step del processo evolutivo imprenditoriale è quindi senza ombra di dubbio quello dell’ “Homo Digitalis”: tutto il resto andrà presumibilmente in merda.

Proprio così: da imprenditore italico cavernicolo a Homo Digitalis. Se ti pare che manchi l’anello di congiunzione, è perché sei stato poco attento.

L’anello di congiunzione fra i due stadi evolutivi è sicuramente la digitalizzazione.

Pensaci bene, è elementare.

L’impresa fuori dal mondo è anche fuori dal mercato.

Che tu sia una piccola osteria sul cucuzzolo più sperduto d’Italia o tu abbia più stelle Michelin di Massimo Bottura, aprirti ai vantaggi della digitalizzazione ti permetterà di entrare nel ventunesimo secolo della ristorazione.

Altrimenti… Il ristoratore cavernicolo finirà per estinguersi come i dinosauri, i Mammut e le mezze stagioni.

INNOVAZIONE INTELLIGENTE

La trasformazione digitale arriva per restare e per potenziarsi ulteriormente in futuro.

Dopo i picchi ci sono sempre fasi di assestamento e adattamento, ma certi sviluppi sono irreversibili.

Pensate a cosa può aver fatto il delivery (con tutti i suoi difetti) per la ristorazione: ha offerto ai ristoratori un’alternativa di ricavo, favorendo al tempo stesso anche una migliore gestione dei magazzini.

Certo, digitalizzare non significa solamente aprire un sito web, affidarsi (coscienziosamente) alle app di delivery o allestire un servizio di ordinazione su Whatsapp.

Più in generale, digitalizzarsi vuol dire adottare tecnologie orientate all’automazione intelligente delle funzioni aziendali.

Ma c’è di più.

Vogliamo parlare di cosa può fare per voi un software gestionale?

COSA BOLLE IN PENTOLA?

Probabilmente un bel Tomato.

La ristorazione ha bisogno di stare al passo. Valanghe di sprechi. Troppi utili nascosti dentro una gestione scellerata della cassa di un locale. Tantissimi errori dovuti a mancanza di tempo, concentrazione, lungimiranza.

Con il software gestionale giusto potrai lavorare eliminando tutti i punti deboli nascosti nei processi produttivi della tua attività.

Esistono vari tipi di software gestionali, ma strumenti come Tomato sono dei veri e propri All in One: uniscono le potenzialità di un software di contabilità con quelle di strumenti pensati per la gestione del magazzino, per la produzione, per il menù engineering e per il budgeting.

Il software gestionale completo ti aiuta a gestire il tuo ristorante, lavorerà al tuo fianco portandoti benefici dei quali non avresti mai pensato di godere: forse perché sei ancora fermo all’età della pietra?

Pensa: avrai più tempo per dedicarti alle mansioni più importanti per la tua attività ed eliminerai progressivamente l’errore umano, che è fonte di sprechi e dolori non da poco.

Applicare l’intelligenza artificiale ai numeri del tuo ristorante: benvenuto nell’era dell’Industria 4.0, quella nella quale la tecnologia è al tuo fianco per aiutarti a non impazzire e fare finalmente l’Imprenditore.

Con la I maiuscola.

DATI ALLA MANO…

In questo processo evolutivo, l’utilizzo dei dati ha un ruolo centrale: conoscere in profondità bisogni e gusti della clientela consente di essere sempre in focus e ultra-competitivi sul mercato.

Tutto molto semplice. Torniamo a una delle massime principali dell’imprenditoria: conosci il tuo mercato di riferimento.

Parliamo di dati. Oggi sono merce preziosa, in grado di muovere soldi e investimenti importanti da parte di chi è interessato a possederli. Ma questo è un discorso che non ci interessa.

Però sappi che la data economy va a costruirsi sui paradigmi della nostra vita perennemente interconnessa.

Mai sentito parlare di Big Data?

Se hai partecipato al nostro corso RistoBusiness 2021 di ottobre, “La Macchina dei Numeri”, sicuramente sì.

Abbiamo parlato di Big Data e di quello che possono fare per l’Imprenditore che decide di usarli.

Preso in prestito dall’informatica e dalla statistica, il termine inglese “Big Data” indica genericamente una raccolta di dati informativi molto estesa in termini di volume, velocità e varietà.

Il termine è utilizzato dunque in riferimento alla capacità di estrapolare e mettere in relazione un’enorme mole di dati (grazie a complessi metodi statistici e informatici di elaborazione), con lo scopo di scoprire i legami tra fenomeni diversi e prevedere quelli futuri.

E allora, i Big Data possono essere utilizzati per diversi scopi tra cui quello di misurare le prestazioni di un processo aziendale.

Big Data, per esempio permettono di raccogliere informazioni sul cliente e ottimizzare tutti i processi di un ristorante, dalla gestione della cucina fino a quella della sala.

Passando per la creazione di un format e di un modello di business su misura per un determinato mercato.

Molte app e servizi online funzionano grazie ai Big Data. E sono strumenti che possono fare la differenza quando decidi di comprenderli nel tuo modello di business.

Ma quando decidi?

CORSA A OSTACOLI

Ci sono ancora numerosi ostacoli da superare per aprire completamente il nostro settore alla digitalizzazione.

La prima criticità è relativa alle competenze: la mancanza della giusta formazione e preparazione è l’ostacolo maggiore nello sfruttamento dei dati.  

La seconda riguarda le resistenze che ancora abitano il tessuto imprenditoriale della ristorazione. Più in generale parlerei di mentalità e visione a lungo raggio. Che a volte manca.

“Io ho un locale con quindici coperti totali, cosa me ne faccio io di un gestionale?”

Semplice: ci fai gli utili.

“Io non ne capisco proprio nulla di tutta questa roba qua. Qui da me abbiamo sempre gestito il locale come una volta faceva mio papà e ci siamo sempre trovati bene. Big Data qui, Tomato lì, delivery, apps… Che ci faccio io con sta roba?”

Semplicissimo: ci fai gli utili.

“Quindi con i rincari, le tasse, gli affitti da pagare e questo cazzo di Covid-19, io dovrei buttare soldi per digitalizzarmi il locale? E perché mai?”

Perché il mondo è cambiato. E magari, alla prossima crisi economica italiana o mondiale, avrai le spalle larghe e le risorse necessarie per tirare avanti alla grande. E fare gli utili.

Insomma.

Quando si parla di digitalizzazione nella ristorazione si parla soprattutto di una cosa: una serie di strumenti indispensabili per inserire il vostro locale nel contesto imprenditoriale dell’Industria 4.0.

In poche parole: un insieme di alleati per vivere da Imprenditore la ristorazione del 2022 e degli anni a venire.

L’inizio di un percorso?

Se sei incuriosito dal Metodo RistoBusiness (un brevetto Emiliano Citi), qui ti elenco gli step da compiere per iniziare il tuo Training da RistoImprenditore:

  1. Iscriviti al Gruppo Facebook e al Canale YouTube. Lascia i tuoi dati nel modulo qui sotto per accedere a consigli e offerte esclusive.
  2. Il secondo step, se sai che il tuo ristorante ha bisogno di essere rivoluzionato da capo a piedi, è il mio libro Il Tuo Ristorante è Morto.
  3. Se invece hai già compiuto tutti questi step, ti consiglio caldamente di iscriverti al Clan dei Ristoratori, la prima e unica membership di formazione dedicata agli imprenditori in ristorazione.

Facciamo i numeri.

Emiliano

Altri articoli