Senza fare strani ragionamenti sulla crisi e sul suo significato, ma fermandoci semplicemente a quello che significa per noi, possiamo affermare con certezza che negli ultimi 20 anni non ce ne siamo certo fatte mancare.
Abbiamo avuto crisi economiche di ogni tipo e tutte legate a momenti molto difficili, ma una crisi proveniente da pandemia ci mancava proprio e sono certo che se avessimo potuto scegliere ne avremmo fatto volentieri a meno.
Un imprenditore mette in conto momenti di crisi anche se spera che non accadano mai. Un vero imprenditore sa che le probabilità che questa si presenti ci sono e fanno parte del gioco.
Da imprenditori italiani, vuoi per abitudine, vuoi perché ci hanno insegnato così, non dobbiamo aspettarci nulla e nessuno in nostro soccorso. So che quello che sto dicendo può non piacerti, ma la verità è che fare impresa significa rischiare, avere coraggio e azzardare in un’attività che comporta divere componenti e non solo l’oggetto dell’impresa.
Un imprenditore ha la responsabilità degli utili da conseguire, dei dipendenti che si sono affidati a lui, dei fornitori che gli hanno affidato materie prime, della famiglia che conta su di lui anche quando è assente, del sistema (anche se questo sembra essere sempre più avverso).
Con queste ed altre responsabilità l’imprenditore ogni giorno convive e fa crescere il suo business.
Ma quando qualcosa non funziona, quando qualcosa va in modo diverso rispetto alle sue aspettative, allora non si abbatte né pensa che qualcuno debba aiutarlo per cacciarlo fuori da quella situazione.
Sa di essere solo, si arma di coraggio e affronta quello che deve. Alle volte con qualche difficoltà, altre volte in modo più agevole.
I 5 punti fondamentali per gestire la crisi
Anche in un momento come questo un imprenditore non ha altro da fare se non quello di venire fuori e affrontare il problema. Non ha nulla da aspettare, solo tirare fuori gli artigli e azzannare ciò che deve.
Certo, in condizioni “normali” è più facile perché sono condizioni più o meno note. Condizioni che l’imprenditore conosce direttamente o può conoscere attraverso l’esperienza di altri. In quel caso basta solo avvantaggiarsi di questa conoscenza per sapere come affrontare.
Ma una crisi?
Come si affronta una crisi come questa?
Quali sono le cose da fare?
Ecco i 5 punti che devi conoscere per affrontare bene la crisi e venirne fuori vincitore:
- LA PREVENZIONE
- LO STATO DI ATTENZIONE
- LA PREVISIONE
- L’AZIONE
- IL POST CRISI
Nessuno ha esperienze di pandemie, nessuno ha vissuto momenti tragici come quelli che stiamo vivendo in questi giorni e momenti certamente duri come i giorni che ci aspettano in futuro.
Quindi, dovendo capire come gestire il prossimo futuro dobbiamo rifarci a quello che abbiamo già vissuto e che più somiglia a tutto questo.
La crisi immobiliare del 2008 che scoppiò negli USA o il “dopo torri gemelle” del 2001, per quanto diverse per natura hanno comunque innescato dei momenti durissimi nella vita economica mondiale. Da queste, che sono le più recenti nella nostra storia, possiamo applicare ciò che abbiamo imparato.
In questo articolo voglio affrontare insieme a te un punto molto importante in questo momento: la previsione.
Sicuramente tu, come tutti, ti stai chiedendo cosa poter prevedere nei prossimi mesi. Come sarà il futuro della tua azienda, quali budget prevedere e come strutturarli in modo pratico.
Come detto, una crisi, ha un modo diverso di essere vissuta rispetto all’ordinaria amministrazione. Quindi desidero darti le chiavi di lettura della previsione che va fatta in situazioni come queste.
Punto 3 – Prevedi cosa succederà nei prossimi 12 mesi
Nella tua gestione aziendale immagino che tu abbia già fatto i tuoi budget.
È naturale che adesso tutte le tue previsioni saltino e che tu debba rivederle in modo molto drastico al ribasso.
Fare questa operazione, ahimè, è semplice.
Ti basta prendere il fatturato completo degli ultimi 12 mesi (buttaci dentro tutto il fatturato, bianco, rosso, verde, insomma di tutti i colori), e riducilo almeno del 60%. Ebbene quel 40% che viene fuori è il tuo nuovo budget d’incasso per i prossimi 12 mesi.
Lo so, è dura da accettare, ma meglio ingoiare questo boccone amaro piuttosto che illudersi che andrà tutto bene.
Questa previsione ti impone di rivedere la previsione delle uscite.
Partiamo dal presupposto che nel momento in cui ci daranno il via libera, e potremo ripartire, avremo bisogno di una liquidità di una certa portata. Qualcosa che somigli al 30% del fatturato dell’anno precedente.
Chi mi segue e mi conosce avrà già affrontato delle sospensioni di pagamenti e rinvii di canoni di locazione. Il principio è proprio quello di lasciare quanta più liquidità all’interno della cassa aziendale.
Queste sospensioni prevedono un piano di rientro che nei prossimi mesi sarai costretto ad affrontare, ma questo fa riferimento a tutte le materie prime che hai già acquistato e non tiene minimamente conto dei nuovi acquisti che dovrai affrontare. Acquisti nuovi che hanno bisogno anche questi di essere pianificati in un momento futuro.
Da imprenditore non devi aspettarti aiuti, devi sbracciarti e fare quello che devi, poi, se gli aiuti arrivano li prendiamo e ne facciamo buon uso.
Dico questo in funzione del finanziamento previsto dal decreto in aiuto all’economia. Tu fai la tua parte, se poi arriva il finanziamento tanto meglio.
Facciamo uno schema
Ma vediamo nel pratico come fare anche con un file Excel che ti dia quella visione dinamica in ogni momento della pianificazione:
- Inserisci nel file il tuo attuale saldo di cassa, quello che sei riuscito a salvaguardare frutto delle contrattazioni di cui abbiamo detto prima
- Quando riuscirai ad ottenere il finanziamento previsto dal decreto inseriscilo al saldo di cassa
- Aggiungi, per ogni mese, il 40% del fatturato dello stesso mese dell’anno precedente; se a giugno 2019 hai fatturato 100 mila euro, allora prevedi un fatturato per giugno 2020 di 40 mila euro. Così fai per tutti i mesi successivi fino a prevedere i 12 mesi dalla riapertura
- Sempre per ogni mese inserisci le uscite che prevedi di dover fare in riferimento a quei rimandi che hai fatto in questi giorni. A questi devi anche aggiungere, quindi spalmare nel tempo, anche i nuovi acquisti di materie prime, i costi di personale e gli altri costi necessari.
Quello che ottieni è una previsione del tuo flusso di cassa.
Costi fissi e variabili
Una cosa difficile da fare, ma importante provare a fare, è cercare di trasformare i costi fissi in costi variabili. So che non è facile, ma devi provarci.
Vediamo subito quali sono i costi che devi tentare di trasformare da fissi in variabili:
- La locazione del locale
- Il costo del personale
Riguardo la prima ti sei già forse mosso nel sospendere il pagamento per qualche mese. Bene, ma quello che intendo è proprio quello di incontrarti con la proprietà e rinegoziare da capo il costo d’affitto.
Trova un accordo di riduzione del contratto, fagli comprendere quanto sia importante per te riprendere respiro, infondo lui è perfettamente consapevole di quello che sta accadendo.
Inoltre per lui il problema di pagare tasse su un canone maggiore non esiste perché può sempre registrare il nuovo accordo al ribasso e su questo pagare le tasse previste.
Il secondo costo da trasformare in variabile è il costo del personale.
Premetto che ritengo che uno dei doveri principali di un imprenditore è quello di creare lavoro e distribuire ricchezza sul territorio. Quindi, quello che sto per dire lo dico con dolore ma ne vale della vita dell’azienda e del posto di lavoro di chi resta.
In pratica quello che devi fare è ridurre il costo del personale portandolo dalla media del 35% dei fatturati che avevi fino a qualche settimana fa, ad un 30% della previsione di fatturato che avrai adesso con i nuovi budget.
Questo, purtroppo, comporta una rivisitazione di tutto il personale.
È probabile che qualcuno lo lascerai a casa, altri andranno in part-time.
Ripeto, non è bello, ma non hai alternative.
Adesso che hai fissato il tuo costo del personale al 30%, avendo una previsione al ribasso di solo il 40% sull’anno precedente, nel caso in cui fatturassi di più, una parte di questo maggior fatturato lo potrai investire in costi variabili nel personale a chiamata magari quando ne hai più bisogno.
Lo so che ti stai facendo mille scrupoli e io sono d’accordo con te, ma voglio farti riflettere su una cosa: meglio lasciare qualcuno a casa per risanare l’azienda e potergli riproporre un buon posto di lavoro tra qualche mese, piuttosto che andare in fallimento e mandare tutti a casa senza nessuna prospettiva.
Gestire bene questo punto, insieme agli altri 4, farà la differenza tra gestire la crisi e rischiare di rimanere schiacciati.
Nel prossimo RistoBusiness, che ti ricordo che sarà in streaming nei giorni 5, 6 e 7 maggio, avremo modo di affrontare tutti e 5 i punti della gestione della crisi, quella che gli americani chiamano CRISIS MANAGEMENT.
Se ancora non hai preso il tuo posto ti invito a non perdere tempo e prenotare subito la tua partecipazione. Per farlo clicca sul pulsante in basso e assicurati il tuo posto