Leggi continuamente di nuove catene in ristorazione che aprono e macinano soldi e pensi che tutto questo sia qualcosa di irraggiungibile? Scopri in questo articolo cosa c‘è dietro la costruzione di una catena di ristoranti e cosa puoi fare, anche se hai una piccola rosticceria di paese.
Se sei un imprenditore della ristorazione e il tuo vivo sentimento è quello di voler espandere il tuo business, anche se adesso hai un singolo ristorante, e ti piacerebbe un giorno entrare a far parte di quella cerchia di RistoBusinessMan capaci di creare una vera e propria catena, ti invito a leggere queste poche righe qui sotto.
Se infatti credi che tutto questo sia impossibile perché “nella ristorazione non si guadagna” o che sia possibile solo per grandi capitali, posso dirti con assoluta certezza che esiste una terza via.
Se da un lato esiste un continuo racconto mediatico che ci convince continuamente che “l‘ascensore sociale del business” non esista più e che se un‘azienda nasce piccola deve per forza morire piccola, posso dimostrarti che con un po’ di faccia tosta, voglia di studiare, voglia di essere sempre al top, voglia di fare le cose con criterio, puoi partire da un ristorante di provincia ed aspirare a diventare il nuovo Sergio Marchionne della ristorazione.
Si ok, forse ho esagerato, ma insomma ci siamo capiti.
Battute a parte, il concetto che voglio farti passare è che anche se non sei nato in una famiglia stra-ricca in grado di poggiarti un milione di euro sull‘unghia, con un po’ di sacrifici e di voglia di lavorare puoi davvero aspirare a creare qualcosa in grado di spostare gli equilibri della ristorazione italiana.
Concedimi ancora qualche minuto.
Cosa sono le catene in ristorazione?
Si lo so può sembrare una precisazione inutile da fare, però voglio che sia messo nero su bianco una cosa che spesso viene travisata.
Una catena di ristorazione, non significa che deve essere necessariamente una cosa di 2000 punti vendita sparsi in tutto il mondo, Antartide compreso.
Tradotto: anche con 3-5 punti vendita esiste la catena di ristorazione.
Certo, non è la stessa cosa di averne 2000, ma è pur sempre una catena.
Devi sapere che a un certo punto del business, quello che ti muove non è più solo la cosa di “voler fare soldi”.
A un certo punto diventa una sorta di “virus” positivo, un circolo virtuoso innescato dal vedere un piccolo business che cresce in maniera solida e replicabile e di volere che tutto questo “non finisca mai”.
Ma cosa c‘è dietro alla costruzione di una catena di ristorazione?
Scopriamolo insieme.
1. Format differenziante e replicabile
Questa è la prima cosa.
Non può esistere più un ristorante che non abbia una sua identità che intercetti un pubblico specifico, in grado di trasformare il tuo locale nell‘Albero degli Zecchini.
Ma qui è bene spendere due parole su questo concetto.
Cosa significa format differenziante?
Quando si parla di “identità” ci si viene proiettati nell‘ambito della formazione marketing.
Il problema spesso è che con questo automatismo si è perso un concetto di fondo.
Che “non basta” comunicare la tua identità.
L‘identità deve poi tradursi in un qualcosa di reale, di tangibile, di esperienza per il cliente.
Non ha senso spendere migliaia di euro in consulenze di marketing in cui ti spiegano come creare “una caratteristica differenziante”, se poi tutto questo non ha una sua fattibilità tecnica e numerica.
Giuro, non lo dico con cattiveria, ma spesso con questa cosa delle idee differenzianti, si è fatto passare il concetto che per aprire un nuovo ristorante chissà che cavolo bisogna inventarsi. Quando, in realtà, spesso la risposta a queste domande risiede nei numeri del tuo ristorante che stai gestendo adesso, mentre stai leggendo queste righe.
Capiamoci, non sto dicendo che tu debba fare le cose identiche ai tuoi concorrenti, tutt‘altro.
Il concetto che vorrei far passare e che se prima non si crea un format ristorativo differenziante, ovvero strutturare l‘esperienza del cliente da un punto di vista dei numeri, misurando e tracciando ogni singola azione all‘interno del tuo ristorante, rischi di farti male. Perché puoi creare e pubblicizzare tutte le idee differenzianti di questo mondo, ma poi nel medio-lungo periodo rischi che tutto ti si ritorce contro.
Perché replicabile?
Creare un format replicabile, significa porre il tuo ristorante nella condizione di poter essere appunto “duplicato” come un file di Word.
Significa progettare, attorno al tuo format e al tuo prodotto, quelle procedure, quei sistemi, quelle competenze, quei metodi, in grado di produrre fatturato sano.
E ti dirò una cosa che probabilmente ti suonerà strana.
Fare questo è tanto più semplice quando il ristorante è piccolo rispetto a quando è grande.
Quindi, se in questo momento mi stai leggendo da dietro il tuo bancone o dalla seggiola della cassa, e alzando lo sguardo reputi le dimensioni del tuo ristorante “modeste”, hai appena trovato un motivo in più per valutare l‘idea di partire e cominciare a moltiplicare i tuoi risultati.
Ognuno di noi ha 24 ore al giorno. Se tu adesso passi gran parte del tuo tempo dietro la cassa o in cucina, capisci da solo che un giorno che aprirai anche solo un secondo punto vendita o un terzo punto vendita, dovrai avere gran parte della tua azienda basata su procedure standardizzate e replicabili.
A meno che tu non sia in grado di sdoppiarti. Se sai farlo, contattami, potrei aver bisogno di te…
2. Modello di business replicabile
Una volta identificato un format differenziabile e replicabile che abbia una sua sostenibilità economica, è il turno dell‘impostazione di un modello di business.
Qui voglio marcare una cosa che deve diventare il tuo pane quotidiano se vuoi interfacciarti con il metodo RistoBusiness.
Modello di business replicabile NON è la stessa cosa di format replicabile.
Il format replicabile è “quello che vedono i tuoi clienti”.
Il modello di business è “quello che vedi tu”.
In altre parole, il modello di business è il dietro le quinte del format.
Il modello di business è l‘organizzazione aziendale con cui tu sei in grado di produrre quel format differenziante e replicabile.
In altre parole: IL MODELLO DI BUSINESS È LA DIFFERENZA TRA CAPITALE INVESTITO E CAPITALE CHE SI ACCUMULA.
Esempio: può esistere il format1 che per stare in piedi ha bisogno di più personale e di una location “inesistente”. Può esistere un format2 che invece richiede personale al minimo, ma un maggior costo “impiantistico”. Può esistere un format3 che richiede costi di locations esagerati ma ti consente un food cost minimo.
Non esiste un format identico per tutte le stagioni e tutte le latitudini.
Il mercato è fatto dalle persone lì fuori. Se si accontentano loro, i soldi si generano. Bisogna solo intercettare e presentarsi sul mercato nella maniera corretta e capire come monetizzare al massimo il tutto.
Prima di fare marketing o bruciare soldi su sponsorizzate Facebook.
Se anche tu vuoi definitivamente entrare nel “mondo dei grandi” e cominciare a porre le basi del tuo ristorante futuro, allora devi prendere immediatamente il tuo biglietto alla seconda edizione di RistoBusiness.
Il corso in aula sul come fare business in ristorazione, partendo dai numeri e dalla creazione di un modello di business sano, senza fare fatturati ad minchiam.
Ci vediamo qui.
Facciamo i numeri.
Emiliano